Ricordando Hemingway
(Oak Park, 21 luglio 1899 – Ketchum, 2 luglio 1963).
«Cosa state bevendo?» Domandai a Bill e Robert.
«Sherry» disse Cohn.
«Jerez» dissi al cameriere.
Prima che lui portasse lo sherry, si levò nella piazza il razzo che annunciava la fiesta». (E. Hemingway, Fiesta. The Sun also rises, 1926; traduzione di Ettore Capriolo, Mondadori, Milano 1990).
Anche quest’anno, per il 21 luglio, gli amici di Festamobile augurano buon compleanno a mr. Papa, rievocando plaza de toros e l’ultima avventura.
Come sempre con mojito e bollicine, cui si aggiunge un omaggio alla Spagna in tempranillo; al fondo, uno sherry importante che ricorda l’inizio della fiesta, e soprattutto molte belle chiacchiere tra amici.
(Come altre volte, con un’edizione speciale Festamobile contenente un autografo e la riproduzione del biglietto di ingresso di Hemingway per la corrida della “Plaza Toros” di Malaga dell’8 agosto 1959, proveniente dalla collezione di Roberto Herrera Sotolongo, fotografo, amico e segretario personale dello scrittore all’Avana.
Hemingway raccontò della corrida nel suo ultimo libro, Un’estate pericolosa, commissionatogli in articoli da «Life» e pubblicato postumo in volume, nel 1985; per scriverlo mr. Papa seguì i due toreri Luis Miguel Dominguin e Antonio Ordones in un’estate gloriosa, di tappa in tappa su strade polverose, in trasferimenti notturni e corse sulla spiaggia, tra pranzi e caraffe di vino, per un’ultima, grande, “stagione”).
Una firma a Venezia
Dopo il rocambolesco viaggio del 1954 in Tanzania, in cui Hemingway viene dato per morto (almeno tre incidenti, il portellone di un aereo sfondato a testate con conseguenti fratture, lesioni interne a livello dei reni, della milza e del fegato, un incendio e varie ustioni al torace e alle gambe), da Mombasa mr. Papa salpa per l’Italia e fa convalescenza a Venezia, a Palazzo Gritti. Ha perso dieci chili, ad Adriana Ivancic che corre da lui appare come un vecchio dai capelli bianchi, e firma a un amico uno dei suoi rari autografi sull’edizione inglese di Per chi suona la campana.
«Il tempo dimostrerà anche che Hemingway, come scrittore minore, si mangerà molti scrittori grandi, per la sua conoscenza degli uomini e dei segreti del suo mestiere». (Gabriel Garcia Marquez, Così Hemingway è morto una terza volta, traduzione di Guiomar Parada, «La Repubblica», 29 luglio 1963).
Uno sherry importante
Appunto in fondo: il Pedro Ximenez Solera 1927 Alvear (Avenida de María Auxiliadora, 1 – 14550 Montilla, Córdoba), 98 punti Parker, 16° dal sole dell’Andalusia, invecchiato con il Metodo Solera, che risale all’annata del 1927 ricordata sull’etichetta: le botti sono disposte su file sovrapposte e si inizia a riempirle progressivamente a partire da quelle più in alto; trascorso un anno, parte del contenuto viene travasato nelle botti del livello inferiore, e quelle originarie vengono colmate con il nuovo vino.
Segnalato e acquistabile a prezzo onesto anche sul bel sito callmewine.com.
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